«Cucù-cucù-Ronaldo non c’è più». La Sud cantava, la Nord soffriva.
Era l’11 marzo 2007, San Siro, Inter-Milan, il Fenomeno aveva vestito nerazzurro
e aveva lasciato vedove ovunque, quando è tornato di rimbalzo da Madrid la gente
interista non voleva neppure sapere che c’era il derby. Due anni prima era
successo con Bobo Vieri, 11 dicembre 2005, via di qui, dentro di là, aveva
lasciato via Durini, tram, tutta via Manzoni, ed era in Turati.
Oggi c’è Ibra. Ci vuole un fisico bestiale ma Materazzi non c’entra, sono prove
difficili per gli interisti, ma quando decidi di diventare un tifoso, dice Nick
Norby, devi scegliere con molta attenzione la squadra per cui fare il tifo. E
gli interisti lo sanno: «Ibra è il colpo più forte - ha detto Alessandro
Altobelli -, lo dico da tifoso. Ronaldo ormai era a fine carriera, come Vieri.
Ibrahimovic invece è in piena attività e in qualunque squadra sia andato ha
vinto lo scudetto, quindi con lui i tifosi ce l’hanno di più, credo che verrà
fischiato».
Ronie fece anche un gol, novanta minuti e un gol. La notte della sua fuga da
Milano, con un piede sulla scaletta del jet che il preside gli aveva messo a
disposizione per sfuggire alla collera dei tifosi, Ronaldo disse a Moratti che
se avesse guadagnato gli stessi soldi che gli dava il Madrid, lui restava. Il
presidente gli rispose: «Vai Ronie, vai». Nessuno immaginava che sarebbe tornato
così, da el gordo, con quella maglia. Un altro tifoso doc lo ricorda così: «Ronaldo
era in fase calante ma ci mandò in svantaggio - commenta Ignazio La Russa -, fu
tremendo. Ma se devo ricordare quel derby allora penso che alla fine l’Inter
vinse e quindi mi auguro che tutto si ripeta, loro in vantaggio e noi vittoriosi
alla fine. Detto questo il momento peggiore sarà quando mi vedrò davanti
Ibrahimovic con quella maglia».
Qualcuno sostiene tuttora che Mourinho decise di lasciare l’Inter dopo la
partenza di Ibrahimovic. Era troppo tardi per andarsene, fece un altro anno e
poi via. Michele Mozzati, scrittore, autore televisivo e teatrale, editore,
quello che fa coppia con Gino per capirci, fa la sua classifica: «Non coltivo
questo genere di ricordi ma dico che Vieri è stato il meno sofferto, forse
perché non l’ho mai identificato con la squadra, forte ma poco interista.
Ronaldo invece era l’Inter, quello che mi ha fatto soffrire di più. Ibra lo
scopriremo. Mi è piaciuto Josè Mourinho quando qui a San Siro ha affrontato il
Milan in Champions e ha mostrato le tre dita del Triplete. So che è in buoni
rapporti con Ibra e non l’avrebbe mai ceduto al Barcellona, ma chissà perché ho
pensato che quelle tre dita fossero rivolte a Ibrahimovic più che ai tifosi del
Milan».
Fine interpretazione a cui ne segue un’altra: «Quando Ibra è tornato a San Siro
contro il Barcellona, è stato ignorato. Credo sia l’accoglienza peggiore per un
calciatore, ma credo anche che nel derby non sarà così, il derby è un’altra
storia».
La Nord piange e la Sud canta, l’incubo continua, il prossimo nell’immaginario
collettivo ha già un nome, dopo Vieri, Ronaldo e Ibrahimovic, là in fondo spunta
quella testa a punta di Mario Balotelli... « Dopo quei tre, lui...? Se il Milan
l’ha già preso questo è un incubo ma non ho questa certezza - commenta Michele
-. Questo problema non me lo pongo, non ci credo o non ci voglio credere.
Comunque Balotelli se tornerà qui con la maglia del Milan non avrà vita facile». |